Marco Moroni, Recanati in età medievale Andrea Livi editore, Fermo 2018, pp. 432, € 25,00, 9788879694087.
Schiacciati sul presente, nel tempo in cui viviamo non c’è spazio per la storia; la conoscenza del passato viene considerata inutile e semmai ci si rifugia nella memoria, soggettiva per definizione, in genere disordinata e spesso impregnata di nostalgia. E invece la storia, anche la storia di secoli molto lontani da noi, come è noto, può aiutarci a comprendere meglio il presente. Questo vale anche per il Medioevo e per il libro di Marco Moroni, pubblicato nel 2018 dall’editore Andrea Livi di Fermo.
Paradossalmente, pur nel “presentismo” che ci domina, negli ultimi anni abbiamo vissuto una ripresa di interesse per il Medioevo: basti pensare ai romanzi di Dan Brown, alla serie televisiva del Trono di Spade, o alla fortuna dei Templari e oggi dei Vichinghi. Era accaduto anche nell’Ottocento, quando si erano diffuse rappresentazioni mitiche del Medioevo e le storie cittadine erano state rilette esaltando le glorie patrie o proponendo romanzi e novelle storiche ambientate in un Medioevo fantasioso, che emozionava perché descritto come favoloso, oscuro e misterioso.
A Recanati nella seconda metà dell’Ottocento la rilettura del Medioevo era stata operata da Pietro Morici e da Antonio Bravi che avevano proposto la riscoperta di tre donne: Emma, Simma e Nicolina: una (la prima) di pura invenzione, le altre due reinventate, anche se storicamente vissute. Benché le novelle siano state ripubblicate da Franco Foschi nel 1981 in una raccolta di “racconti storici”, le figure di Emma, Simma e Nicolina sono ricadute nell’oblio. Così è anche per il Medioevo recanatese: pochi conoscono la storia medievale di Recanati e semmai conoscono quella basata sulle ricostruzioni, talvolta fantasiose, degli eruditi e degli studiosi che nel passato si sono dedicati alla storia della città.
Opere di storia su Recanati in effetti non mancavano: dall’Origine della città di Ricanati e la sua Historia di Giovan Francesco Angelita stampata a Venezia nel 1601 alle Memorie istoriche della città di Recanati di Diego Calcagni edite a Messina nel 1711, dal Commentarius historicus sulle chiese di Recanati e Loreto del canonico alsaziano Giuseppe Antonio Vogel, stampato postumo dal tipografo Leonardo Badaloni nel 1859, agli Annali di Recanati di Monaldo Leopardi, pubblicati a cura di Romeo Vuoli soltanto nel 1945, fino alle opere più recenti: nel 1961 la Storia di Recanati di Armando Bettini e nel 1978 Recanati. Memorie di don Cesare Fini. Sono tutti testi importanti, ma in genere datati e parziali: una storia prevalentemente religiosa quella di Vogel, prevalentemente politica quella di Bettini, annalistica quella di Monaldo Leopardi, compilatoria quella di Fini.
Nel suo libro Moroni si sforza di fornire una visione d’insieme, frutto di quattro approcci diversi: oltre alla storia politica, anche la storia economica, la storia sociale e la storia religiosa. Rispetto alle altre storie di Recanati il volume contiene non poche novità: dalla questione delle origini del Comune alla lenta e complessa colonizzazione del territorio, dall’articolazione del mondo del lavoro urbano al ruolo delle organizzazioni corporative, dal rilievo degli ordini mendicanti alla diffusione e alla pervasività dell’associazionismo confraternale, dalle trasformazioni urbane alle analisi sulla stratificazione sociale, dalla storia della comunità ebraica a quella delle minoranze slave e albanesi.
Una realtà viva e dinamica quella di Recanati: una città ricca di storia, di arte e di cultura, ben lontana dal ben noto stereotipo di “borgo selvaggio” in cui è stata rinchiusa da una distorta interpretazione della poesia leopardiana. Marco Moroni ricorda che Recanati è stata elevata a rango di città fin dal 1240; si confronta ad armi pari non solo con Osimo, ma anche con Ancona; ha una popolazione superiore a quella di Macerata, di Civitanova e di Senigallia e non inferiore a quella di Osimo, Fano e Pesaro; è una città adriatica e mercantile, con una proiezione marittima che nel corso del Quattro-Cinquecento avrà un rilievo sovraregionale.
Molti sono dunque i motivi per leggere e apprezzare il libro di Marco Moroni, non ultimo la sua capacità di coniugare il necessario approccio scientifico con un taglio divulgativo che permette anche ai lettori non specialisti di entrare nella fitta e affascinante trama della Recanati medievale.
Paolo Coppari