Un profilo essenziale di Silvio Gai (Roma 1873 – Livorno 1967): secondo figlio del pittore romano Francesco Gai, operaio meccanico elettricista, capo operaio elettricista montatore all’Ansaldo di Genova, caporeparto Cantiere Navale di Livorno, fondatore e amministratore Società Anonima Marchigiana di Elettricità, responsabile del fascismo marchigiano dal 1919, deputato del Blocco Nazionale nel 1921, sottosegretario al ministero del Lavoro e Previdenza Sociale nel 1922-1923, confermato alla Camera nel 1924, anno nel quale assume la presidenza della Società Mediterranea di Elettricità che terrà sino al 1940, presidente della Società Anonima Italiana Liquidi Combustibili Ancona creata a Roma nel 1925, escluso dalle liste delle elezioni plebiscitarie del 1929 e del 1934, senatore dal 1939, fondatore, e presidente dal 1940 al 1945, dell’Ente Nazionale Metano e della Società Nazionale Metanodotti, ministro dell’Economia Corporativa dal settembre al dicembre 1943, dimissionario, sostituito da Angelo Tarchi, commissario dell’Agip continua a condurre nel 1944 ricerche di metano, arrestato nel 1945, imputato e assolto dall’accusa di profitti di regime e per i fatti di Ancona dell’agosto 1922, si ritira ad Antignano di Livorno, svolge episodica attività di pubblicista soprattutto in difesa dei suoi trascorsi e del “suo” Ente Nazionale Metano sino alla scomparsa.
Il Diario. Si trova tra le carte del Fondo “Silvio Gai”, conservato dal 1° febbraio 2017 nell’Archivio storico del Senato, e copre un arco temporale che va dal 14 febbraio 1941 ad un non specificato giorno del luglio 1945.
Si tratta del diario giornaliero del “Presidente dell’Ente Nazionale Metano” (ente istituito con legge 2 ottobre 1940, n. 1501) “Sen. Silvio Gai” nel quale sono annotati incontri, colloqui, conversazioni, riflessioni, decisioni prevalentemente attinenti le questioni della ricerca, dell’organizzazione, della produzione, della distribuzione metanifera, del carbone carburante e della trazione ad accumulatori elettrici. Questioni di reperimento di fonti energetiche tanto più importanti quanto più legati alla politica autarchica del regime fascista e, contestualmente, agli interessi del Paese in guerra. Ma, frammiste a queste annotazioni se ne trovano anche molte altre di carattere squisitamente politico, professionale, personale e familiare.
Il Diario è costituito da 4 distinti quaderni a righe di eguale grande formato (cm. 30×20), tipo registro contabile, ognuno rilegato in tela; le pagine, che sono “messe in bella copia” da più e differenti mani, con tutta probabilità, di segretarie/i o copiste/i che si sono avvicendati nel tempo accanto a Silvio Gai ma da lui rivedute (qua e là si nota qualche suo intervento correttivo), non mancano di qualche errore materiale non sostanziale talvolta addebitabile alla grafia di non facile accesso di Silvio Gai; di pugno dello stesso Gai appaiono redatte soltanto alcune pagine di cui alla seguente, sintetica descrizione dei singoli Quaderni i quali si chiudono tutti con un utilissimo, prezioso, anche se non sempre preciso, “Indice” dei nomi, delle località, di più e differenti aziende.
Laddove non indicata, la località degli incontri e dei colloqui di Silvio Gai con i suoi interlocutori è sottintesa a Roma, nella sede dell’Ente Nazionale Metano (nel Diario sempre e soltanto Ente), sino al 24 ottobre 1943, “primo giorno” in cui, nella sua veste di fresco Ministro della R.S.I., egli inizia la sua “attività nella nuova residenza del Ministero a Padova nel Palazzo del Consiglio provinciale dell’Economia Corporativa” (Diario, Quaderno III, 24 ottobre 1943).
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