Il territorio di Recanati: 35 anni di ricerche archeologiche

È trascorso ormai più di un trentennio da quando, a seguito della scoperta della necropoli pre-romana della zona Villa Teresa-sud di Villa Teresa-Fonti San Lorenzo, era stata tentata una prima sintesi delle evidenze archeologiche del territorio di Recanatiche si basava sulla documentazione dell’archivio e delle ricerche di superficie condotte nel territorio dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e sulle testimonianze orali di tanti recanatesi, appassionati di archeologia e antichità, che nel corso degli anni avevano registrato puntualmente ogni notizia di rinvenimenti conservandone gelosamente la memoria.

Già allora il quadro si presentava particolarmente ricco e articolato. Nel frattempo scavi sistematici, progetti di ricerca, rinvenimenti di archeologia preventiva ma anche rinvenimenti fortuiti hanno restituito molte importanti novità che hanno, da un lato, arricchito il numero delle evidenze ma soprattutto, dall’altro, ne hanno consentito l’interpretazione, contribuendo in maniera fondamentale alla ricostruzione delle vicende storiche del territorio. Solo per citare le più importanti: il completamento e l’edizione critica dello scavo sistematico dell’insediamento neolitico e dell’insediamento e della necropoli eneolitici in località Fontenoce; il rinvenimento di un’interessantissima necropoli picena sempre nell’area di Fontenoce, i saggi di accertamento nella villa rustica di Casa Lassandari, l’individuazione e lo scavo sistematico che nell’arco di un ventennio ha rimesso in luce porzioni importanti della colonia romana di Potentia, di cui le fonti hanno tramandato particolare dovizia di notizie e che era in epoca romana il centro amministrativo di riferimento di questo territorio; lo scavo del settore occidentale della necropoli nord di Potentia, che con i suoi monumenti funerari ha gettato nuova luce sulla comunità potentina; l’importante ormai ventennale progetto di ricerca condotto in collaborazione con la locale Soprintendenza ai Beni Archeologici su tutta la vallata del fiume Potenza, con particolare riferimento all’area di foce, condotto dall’Università belga di Gent, in collaborazione con prestigiosi istituti universitari stranieri ed italiani, che ha consentito di identificare numerosi siti ancora sconosciuti, di fornire maggiori dettagli su quelli già noti, di tracciare le planimetrie delle principali città romane anche nelle parti non ancora rimesse in luce, con un contributo notevolissimo alla gestione della tutela del territorio, e di ricostruire le modificazioni del paesaggio in relazione alle attività antropiche dalla preistoria alla tarda antichità. È sembrato dunque opportuno riprendere in mano le fila del discorso, intrecciarle e tessere la nuova tela su cui dipingere il quadro aggiornato delle vicende ambientali, abitative ed economiche del territorio di Recanati fra Preistoria e Tardo Antico.

Per il periodo Paleolitico non si registrano negli ultimi decenni nuovi significativi rinvenimenti: un deposito archeologico, purtroppo mai esplorato, individuato nel 1972 nel corso dei lavori di estrazione di ghiaia nella cava Kock attribuito al Paleolitico Superiore da Delia Giuliana Lollini indica, insieme ai rinvenimenti di Montarice e Villa Musone, una frequentazione del territorio compreso fra le basse vallate dei fiumi Potenza e Musone fin dall’ età della pietra.

È invece nel Neolitico che la situazione insediativa nel territorio si presenta ricca e articolata. Nel 1957 saggi di accertamento consentivano di riconoscere nel livello archeologico emerso al di sotto di un’area di sepolture rimesse in luce nell’area della cava Kock, in località Fontenoce, un insediamento riferibile al neolitico recente. Un altro livello archeologico riferibile ad un insediamento attribuibile anch’esso al Neolitico veniva individuato nel 1976, sempre a Fontenoce, a pochi chilometri di distanza dal precedente, nel corso dei lavori di costruzione del complesso Harvey Guzzini, successivamente indagato nel corso delle campagne di scavo degli anni ’80-’90 del secolo scorso. Si palesava così una significativa frequentazione in epoca neolitica in quest’area, situata lungo l’importantissima via di penetrazione verso la valle tiberina rappresentata dalla vallata del fiume Potenza. Anche l’insediamento dell’area Guzzini è attribuibile al Neolitico Recente (V millennio a.C.: 4720 e 4490) e restituisce le più antiche testimonianze di vita organizzata nel territorio di Recanati. Si tratta di un insediamento discretamente articolato sulla base delle evidenze recuperate (acciottolati, aree di lavorazione per preparazione e cottura dei cibi, buche di pali forse relative a recinti, una probabile discarica fra l’altro), che ci danno anche preziose informazioni sulle attività dei suoi abitanti, che vivevano di allevamento, agricoltura e di caccia.

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